In La Seconda Repubblica delle Lettere

Call for Paper – Sezione: La Seconda Repubblica delle Lettere

Titolo: Dopo la post-verità: narrare in Italia oggi

La post-verità è già vecchia. Ha poco meno di cinque anni, ma è ormai vecchia. Ed è, in una certa misura, assodata. La post-verità è diventata quel che vogliamo sentirci dire, che vogliamo sentirci raccontare, scrivere, narrare. Una alternativa alla realtà è – di fatto – proprio quel che vogliamo: la cronaca della post-verità ha preso piede perché ci permette di aderire a una ambizione che abbiamo sempre avuto: credere a quel che vogliamo credere, a quel che ci fa comodo, perché la realtà vogliamo “averla”, farla noi stessi. Ciascuno di noi. Il potere della scrittura che il cosiddetto “lettore comune” fino ad alcuni lustri fa vedeva esercitato da una certa comunità percepita come fuori da sé e ancora inattingibile è ora una sostanza liquida e fluida, fra milioni di rivoli e di canali che tutti abitano come il brodo primordiale.La post-verità è un “oltre” che sta dopo Colonne d’Ercole al di là delle quali c’è la vastità di un oceano di verità, una entità che scorre senza fermarsi, disciolta all’infinito, un gesto che si può ripetere milioni di volte e che, alla fine, ci lascia come ci aveva trovato. La post-verità sono le post-verità, atti in parole dichiarati tutti validi e tutti legittimi: tutti vogliono essere artefici di qualcosa e tutti vogliono poterlo dire, scrivere e narrare. Con la stessa autorevolezza dello scrittore di professione. Ma esiste oggi ancora lo scrittore di professione? E cosa vuol dire oggi – cioè ora – scrivere? Cosa vuol dire ancora? Quindici anni fa reagivamo con sdegno quando qualcuno reclamava la liceità di Faletti o Volo rispetto a Tabucchi o Magris, che noi difendevamo ancora come nomi di stirpe. Si moltiplicano le scritture ibride, non demorde l’autofiction. E, soprattutto, cresce nei romanzi italiani degli ultimi anni la tendenza al “messaggio umanistico”, in controluce a un lavoro sulla scrittura spesso energico, qualche volta a una vera e propria angoscia formale.
Si accettano contributi di taglio critico militante sulla narrativa italiana degli ultimi 5 anni max, di lunghezza compresa tra le 10000 alle 20000 battute, con citazione interna al testo “autore-data” (nota “all’americana”) e un elenco dei testi riportato in coda all’articolo/saggio.

Gli interessati sono pregati di inviare il prima possibile una proposta di contributo con le indicazioni di argomento e abstract (70 parole max) + breve curriculum biografico ai seguenti indirizzi:
vitosantoro@live.it
antonio.daniele@unifg.it
letterazero.nuovaserie@gmail.com

Le proposte pervenute saranno valutate dal Comitato di Redazione che ne comunicherà agli interessati l’eventuale accoglimento.