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L’Obelisco di Irene

In Grado Zero/ L'Obelisco di Irene

Call for Paper – L’Obelisco di Irene-moda narrativa

Titolo: Cose preziose: dalla post-verità al new normal

La scrittura sulla moda è cresciuta molto negli ultimi lustri. La crescita della testimonianza scritta e dell’apparato teorico sulla moda procede insieme con i nuovi canali della comunicazione. La moda non si basa più sul principio della perfezione a tutti i costi, perché l’idea stessa di perfezione non coincide più solo con determinati modelli. Ma questo processo, iniziato già da qualche tempo, ha avuto un’ulteriore accelerazione nell’arco dell’ultimo anno. La pandemia ci ha travolti nella sua onda anomala, ci ha risucchiati nel vortice e risputati fuori, esausti e nudi. Abbiamo provato ad opporci alla violenza dell’impatto, ci siamo artigliati a tutte le sovrastrutture e a quell’impalcatura fatta di quelli che una volta chiamavamo status symbol: anni di lavoro meticoloso. Alla fine abbiamo dovuto mollare la presa, prima che l’impalcatura, crollando, ci travolgesse. Abbiamo accettato le nostre debolezze e convissuto con il senso di impotenza. Ora, appena fuori dall’uragano, sentiamo la necessità di tornare alla quotidianità riscrivendone le regole, rimodulando tempi e spazi. Per questo cerchiamo la sicurezza e la comodità di tutto quel che ci dà conforto. In questa fase sembriamo orientati al passato: dopo secoli di evoluzione e decenni di società liquida, impegnati a inseguire modelli evanescenti e sfuggenti, l’instabilità di questi mesi ci obbliga a fermarci e a correggere il tiro. Se negli ultimi anni hanno prevalso le dinamiche cannibali del fast fashion, con abiti a buon mercato e progressivo appiattimento del senso estetico, il periodo di emergenza che abbiamo vissuto ci ha fatto riscoprire il valore del tempo e delle cose. Il che, nella moda, si traduce in artigianalità. Ovviamente questo “rinascimento” coinvolge anche gli aspetti comunicativi della moda e le sue nuove “narrazioni” convergono sul “glocale”. A tale proposito offre un ottimo spunto di discussione il lavoro che Maria Grazia Chiuri ha intrapreso negli ultimi anni. La scorsa estate ha portato il palco mondiale nella vetrina del Salento e quest’anno ad Atene, dove hanno sfilato abiti cuciti sul filo della memoria. Tra le protagoniste di questo ritorno alle origini spiccano le divise da contadine “barocche” e le nuove divinità in peplo e sneakers: l’esaltazione di un nuovo femminino. Queste neoconsacrate icone del quotidiano comunicano in maniera immediata un messaggio di fierezza ed eleganza, diventando esse stesse simboli di un’ evoluzione del linguaggio della moda. Immagini, suggestioni, tutto concorre a creare una specie di “semiotica del bello” in cui il ricamo svolge un ruolo fondamentale: applicazioni, pizzi, perline non si limitano solo a decorare ma recuperano la loro funzione narrativa oltre che propiziatoria: una eredità dal passato e una profezia dei tempi nuovi.Si accettano contributi di taglio critico militante sui meccanismi della moda narrativa degli ultimi tempi, di lunghezza compresa tra le 10000 alle 20000 battute, con citazione interna al testo “autore-data” (nota “all’americana”) e un elenco dei testi riportato in coda all’articolo/saggio.

Gli interessati sono pregati di inviare al più presto una proposta di contributo con le indicazioni di argomento e abstract (70 parole max) ai seguenti indirizzi:

vitosantoro@live.it

antonio.daniele@unifg.it

letterazero.nuovaserie@gmail.com

zoeydc77@gmail.com