In Thema di Berio

Siamo tutti Sconosciuti Superstar – Umberto Mentana intervista Angelica

Angelica, al secolo Angelica Schiatti, inaugura la sua avventura solista nel 2018, con la pubblicazione dei singoli che precedono la release dell’album “Quando finisce la festa” (2019), che riscuote ottimi feedback di pubblico e critica, portandola a esibirsi nei principali club e festival italiani come MI AMI 2019, Home Festival e Zoo Music Fest. Nello stesso anno viene scelta per aprire il tour italiano di Miles Kane, cantautore inglese e co-fondatore, insieme ad Alex Turner, dei Last Shadow Puppets. A novembre 2019 collabora con l’attore Giacomo Ferrara (lo “Spadino” della serie Suburra) per il singolo “Vecchia novità”. Nel 2020 pubblica i singoli“C’est Fantastique”,“Il momento giusto”e“L’ultimo bicchiere”, trittico di brani che anticipa la pubblicazione, a febbraio 2021, di “Storie di un appuntamento”, album intimo, potente e allo stesso tempo leggero. Nello stesso anno i brani “De Niro’e “Karma” vengono inseriti nella serie“Guida Astrologica per cuori infranti”(Netflix) e nel film “Ancora più Bello”. Nel 2023 Angelica ritorna con i singoli Milano Mediterranee, SOS, Bye Bye e La mia metà che la portano ad esibirsi a MI AMI 2023 e durante la Milano Music Week. Lo stesso anno apre i live di Franz Ferdinand, Wilco ed Alan Sorrenti, in un tour durato tutta l’estate. L’8 Marzo 2024 è uscito il suo ultimo disco “Sconosciuti Superstar”.

Noi di Lettera Zero abbiamo avuto l’opportunità di fare questa chiacchierata con lei e per questo la ringraziamo per l’opportunità e rivolgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti anche alla sua agenzia RC Waves

U.M. Angelica, benvenuta su Lettera Zero. È un piacere inaugurare con te la sezione interviste della nostra rubrica Thema di Berio. La tua musica è adattissima a comparire tra i primi contenuti di questa rubrica proprio per il carattere riflessivo, o meglio, autoriflessivo, delle tue canzoni. Da dove partono, da dove nascono?

A. Grazie mille per l’invito!

Le mie canzoni nascono da un’esigenza di far dialogare pancia e cuore con testa e bocca, banalmente di dare una forma a quello che sento e a come mi sento, di raccontare, prima di tutto a me stessa.

U.M. Parliamo della tua ultima creazione, Sconosciuti Superstar, che sta avendo davvero un ottimo riscontro, penso in particolare al singolo Acqua Ossigenata. Questo album ti rappresenta molto di più rispetto ai tuoi precedenti lavori, possiamo dire che Angelica “back in blonde” (o meglio, blondie?). Dal punto di vista dei suoni, ho percepito una ricerca più marcatamente synth-pop 80s rispetto ai riferimenti di melodie, riff anni Settanta più essenziali, intimi di alcune canzoni precedenti come De Niro, C’est fantastique, Beviamoci. Mi confermi questa tua scelta di aver mutato e trasformato un po’ il tuo sound per questo disco? È stata una scelta voluta che anche la tua immagine “pubblica” in un certo senso ne risentisse di questo cambiamento ? Penso, per esempio, di nuovo al passaggio “mora-bionda” ma anche al taglio e ai colori degli abiti che risultano essere più, diciamo, barocchi rispetto all’essenzialità delle cose che hai fatto in precedenza.

A. Per questo disco mi sono voluta divertire, o meglio, è cominciata la genesi in un momento talmente pesante che quindi faceva nascere di conseguenze l’esigenza di divertirmi, di prendermi meno sul serio, di vivere una leggerezza che poi è stata propedeutica per riuscire ad affrontare la scrittura di tematiche molto difficili per me da accettare, seppur vestite di synth, di melodie pop e di capelli biondi.

I capelli biondi per me che sono nata coi capelli scurissimi, rappresentano la liberazione totale dagli schemi e l’allontanamento dal passato per vedere tutto da un’altra prospettiva, guardare sempre lo stesso panorama, dalla stessa finestra, dopo un po’ può diventare limitante no?

Gli altri due dischi li ho concepiti e registrati a Milano, questo disco invece è figlio di Bologna, Milano e Roma, figlio dell’autostrada A1 e dell’alta velocità.

U.M. Chi sono questi Sconosciuti Superstar?

A. Siamo tutti noi, chi più chi meno, è questa società.

C’è chi si sente Superstar dopo un solo flash di luce puntata addosso e chi si sente Sconosciuto e frustrato per aver assistito a quel flash senza esserselo sentito proprio. Pur di avere un po’ di luce vedo tanti tacere la propria natura ed assumere atteggiamenti che nel pezzo chiamo “democristiani”, per intenderci.

Diciamo che i 15 minuti di fama di Andy Warhol oggi sono diventati 15 secondi.

Per me sono solo il tempo e la bontà di quello che si fa che contano.

U.M. Le tue canzoni, e questo ultimo disco non fa eccezione, sono davvero canzoni non facilmente “digeribili”. Nel senso che ci dai un bel pugno nello stomaco con le tue parole, nonostante sei sempre delicata nel suonarle e cantarle. Le tue parole sono potenti, forti e tristemente malinconiche, impregnate di solitudine. Ad esempio nella title track del tuo ultimo lavoro ci canti così: “Ci si rivede quando il mondo finirà/Come due mani incastrate dentro ai jeans/Cercasi emozioni perse in mezzo alla routine.” Mi racconti qualcosa di più su questa scissione, che io ritengo di grande importanza?

A. È un po’ una sfida, cioè, ci si rivede alla fine del tragitto e vediamo chi aveva ragione. Mi ritengo ancora giovane ma allo stesso tempo ho accumulato una prospettiva temporale diversa da quando avevo 20 anni, ho capito tante cose, ho assistito a miracoli insperati operati naturalmente dal tempo.

Sto lì ad aspettare, ne ho viste tante, stare fermi non significa però essere “incastrati”, significa fare il proprio percorso ma avere dei punti cardinali fissi.

A me diverte dire cose poco digeribili con voce delicata, rappresenta molto la mia personalità, sono morbida e buona e non attacco mai per prima ma divento la più agguerrita quando mi devo difendere, passo al contro attacco.

La solitudine che percepisci credo derivi dal fatto che la maggior parte disco l’ho scritto da sola nel mio studio.

U.M. Inoltre, questo metodo di ibridare due direzioni opposte, quella delle parole e quella della musica lo ritrovo molto ricorrente fin dagli Smiths ma se vogliamo citare un esempio del pop nostro contemporaneo, anche Billie Eilish utilizza qualcosa di simile. Lei ci parla in modo molto diretto, dandoci davvero dei calci nella pancia. Cosa ne pensi?

A. Io penso alla voce come uno strumento che fa parte dell’arrangiamento di un pezzo, non ad una cosa a sè stante appoggiata sopra, sia per quanto riguarda il suono della voce che le parole intese come significato e significante.

Sia gli Smiths che Billie Eilish sono tra i miei ascolti, possibile che mi abbiano influenzata.

U.M. Senti, sempre in Sconosciuti Superstar si ritrova molte volte questa metafora dell’acqua, dell’annegare, è un disco “liquido” che ti scivola addosso, anche ritmicamente. È voluto inserire in più di una canzone questa sorta di sottotema ricorrente? Se non sono troppo indiscreto, quanto questa malinconia, questa solitudine presente nelle canzoni ci parla di te? Oppure tu canti riferendoti a personaggi esterni, vicende da cui eri attratta e ne volevi raccontare in forma canzone?

A. Mi fa piacere che tu abbia notato questa cosa, l’acqua per me è un tema molto importante, rappresenta il mio inconscio, la sogno spesso. È un termometro di come sto, se è pulita o torbida se è calma o agitata, se ci nuoto o ci annego. Nessuna canzone in questo disco (in quelli passati sì) non parla di me, sono tutte molto autobiografiche, fin troppo. Ho aperto un vaso che ora sarà difficile richiudere, sto già scrivendo molto per il disco nuovo.

U.M. Noi di  Lettera Zero siamo molto attenti alle parole, alla loro funzione e a come queste, utilizzate nel modo giusto, rendano potente una narrazione. Proprio per questo ho trovato molto interessanti i numerosi giochi di parole che proponi nei tuoi testi, oltre a tantissimi riferimenti alla pop-culture (ritorno su una delle mie preferite, ossia De Niro: “Mi guardo allo specchio imitando De Niro in Taxi Driver” e “Voglio restare a letto/Con te, senza parlare troppo/Fare un Bed-in come Yoko”). La tua è una scelta stilistica operata in base al sound, al suono che queste parole, queste lines già in sé contengono e che potrebbero funzionare in una canzone o è qualcosa di diverso?

A. La cultura pop mi piace, tanti miei riferimenti artistici sono pop e penso che il pop fatto bene sia tra le cose più difficili da fare.

Nel caso da te citato, quella strofa mi è uscita di getto, un po’ suonava bene, un po’ la sentivo mia e un po’ avevo visto Taxi Driver la sera prima…

In De Niro gioco molto con la self confidence, essendo di natura insicura, arrivare a essere sicura di me e delle mie scelte è stato un percorso travagliato e De Niro si inserisce in un momento chiave di presa di coscienza dei miei mezzi, da sola al pianoforte, quasi giocando.

U.M. Una cosa che da tanto sono curioso di conoscere è il tuo metodo compositivo. Mi racconti, anche per far conoscere ai nostri lettori, come costruisci un disco? Hai una squadra fissa oppure anche in rapporto ai tuoi lavori precedenti hai cambiato qualcosa nel tuo approccio metodologico alle canzoni e al gruppo di persone che ti accompagna?

A. Mi piace cambiare perché fare i dischi è un lusso e non so quanti ne potrò fare nella vita.

Scoprire nuovi metodi di scrittura e di produzione, nuove persone con cui condividere la mia musica, è anche un modo per trovare nuovi stimoli.

Rispetto ai lavori precedenti, in questo lavoro ero più consapevole, vuoi per l’esperienza che ho in più, vuoi per una maggiore dedizione che ci ho messo; sono curiosa di scoprire come sarà il prossimo disco perché sento di aver raggiunto un equilibrio che mi piace molto.

U.M. Parlando un po’ di te, Angelica. Oltre ad essere una bravissima cantautrice, compositrice, hai anche altre passioni come la fotografia e lavori con il video. Ricordo che sei stata tu stessa a realizzare il  videoclip per il tuo singolo “C’est fantastique”. Ci spieghi un po’ come ti rapporti a queste altre tecniche di storytelling? Quanto sono legate alla tua musica?

A. All’inizio mi sono approcciata alla fotografia, al montaggio video e un po’ alla questione “art direction” per necessità, nel senso che non c’era budget per avere figure che lo facessero per me ed eravamo in pieno primo lockdown quindi fare un videoclip era impensabile. Dopodiché ci ho preso gusto, ho iniziate a fotografare amici e amiche, luoghi a me cari, ho imparato ad usare una reflex manuale analogica che avevo a casa e ho capito che è un modo di esprimere la mia creatività che mi soddisfa molto, costruire immagini, sia per me che per altri, mi diverte tantissimo.

U.M. Angelica, io come te sono un super beatlesiano, credo che quelle dei Beatles siano state le prime canzoni che io abbia ascoltato nella mia vita, e per fortuna. Perdonami la curiosità ma voglio sapere la tua su di loro. Per aiutarti: Lennon o McCartney (o George o Ringo)? La tua top 5. E dimmi perché, anche brevemente. Altrimenti vai a ruota libera!

A. Ahiaaaa!

Che dolore dover scegliere, quando scelgo qualcosa in campo Beatles dico sempre che la mia scelta è una fotografia di questo momento preciso, domani potrebbe cambiare.

In questo periodo sono più McCartney (pure wings ecc ecc) anche se sono stata Lennoniana convinta per una vita.

5 titoli di pancia Beatles e non: yes it is, temporary secretary, love, blue Jay way, happiness is a warm gun. La discografia dei Beatles (anche solisti) è la mia bibbia da consultare quasi quotidianamente, è un percorso di studi che penso sia obbligatorio per fare musica. 

U.M. Ci sono altri modelli ispirazionali per il tuo lavoro? Oppure per ogni disco sei influenzata da qualcuno, qualcosa in particolare? Cioè, è il disco stesso per alcuni versi una conseguenza della tua influenza musicale di in un certo periodo?

A. Quando sto facendo un disco mi ritrovo ad ascoltare principalmente il disco stesso tra la fase di scrittura, di preparazione dei provini ecc ecc, quindi sì, si auto influenza ed alimenta. Però per cominciare a scrivere ed entrare in un flusso c’è una scintilla che deve scoccare e mi deve ispirare, un bel disco appena uscito o un vecchio lavoro da riscoprire, un film, un’immagine. Poi queste ispirazioni devono combaciare chiaramente con qualcosa che ho già dentro, come se mi accendessero.

U.M. Io ti ringrazio davvero tanto, anche da parte della redazione di Lettera Zero, per aver condiviso queste riflessioni con noi tutti. Concludendo, vuoi raccontarci i tuoi prossimi appuntamenti, novità in ballo? E se vuoi, consigliaci qualcosa da ascoltare prima di salutarci!

A. Grazie a te e a voi per la cura e per queste domande così stimolanti!

Sto preparando i live che è uno dei momenti che preferisco, molto concreto, a contatto con la band quindi pieno di momenti divertenti, senza la pressione della scrittura o della produzione. In realtà ho preparato anche un brano nuovo, che uscirà a Giugno! Non mi voglio fermare, sono stata ferma un sacco di tempo (e ho fatto bene!) per fare questo disco che adesso ho proprio voglia di stare sulla strada.

Il comunicato stampa di Sconosciuti Superstar di Angelica: https://www.rcwaves.it/angelica/newsletter30

Link al profilo Spotify di Angelica: https://open.spotify.com/intl-it/artist/3aFnXkfp5Z2Ac9DLorgJ4S?si=422bQj7vTt-nhAdFamLlsw

Link al profilo Instagram di Angelica:

https://www.instagram.com/santangelica

13 Maggio 2024.