In Thema di Berio

A CHRISTMAS GIFT FOR YOU FROM PHIL SPECTOR. 60 ANNI DI RIVOLUZIONE POP – I parte

di Alessandro Ciniero

Introduzione
Detesto scrivere e chi mi conosce lo sa bene . I messaggi telegrafici di WhatsApp  sono facilmente riconducibili al sottoscritto e non ho mai portato a termine la sceneggiatura per il film su Phil Spector che vorrei fare. Tuttavia, ho notato un elemento contraddittorio riguardo a questo: possiedo un diario personale che scrivo saltuariamente sin dal 2011; ne deduco che c’è una parte di me dedita alla scrittura. Il problema è la costanza nel farlo, infatti, nel momento in cui mi accingo a scrivere, temendo di non portare a termine questo articolo, mi impongodi fare leva su tutta la mia determinazione per portare a termine questa che, ormai, è diventata una missione. Voglio scrivere un appropriato e intenso tributo a un album di cui in Italia si è sempre parlato poco, sebbene possiamo considerarlo un capolavoro della storia della musica occidentale, una pietra miliare del pop e della musica natalizia: A Christmas gift for you, di Phil Spector.Fino a ora mi sono limitato a dedicargli  qualche contenuto sui social network ma in occasione del sessantesimo anniversario dall’uscita dell’album ho deciso di celebrare come merita questo singolare christmas carrol
Buona lettura a tutti!

Contesto storico e personaggi 
 Il 1963, rappresenta uno spartiacque nella storia della  musica moderna. Il rock and roll arrivò impetuoso, con la sua prima ondata, tra il 1954 al 1960. Una stagione veloce ma che cambiò per sempre l’industria discografica. Per la prima volta, il mercato spostò il proprio focus sui ragazzi e sulla fascia giovanile, fino a quel momento ignorata poiché priva di potere d’acquisto. Appartengono a quel periodo Buddy Holly, Carl Perkins, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Bo Diddley, Johnny Cash, Eddie Cochran, Little Richard ed Elvis Presley, artisti bianchi e neri che finivano per folleggiare in tutte le radio e le classifiche. 
Tra la fine degli anni ‘50 e l’inizio degli anni ‘60, una serie di tragiche morti, scandali e ritiri coinvolse molti di questi artisti, lasciando così un vuoto da riempire. Tuttavia, i semi della prima ondata rock erano stati piantati e da lì a breve, per la precisione nel 1964, un terremoto chiamato British Invasion (Beatles, Rolling Stones, Kinks, Animals, Who, Dusty Springfield, Donovan, Small Faces, Hollies) sarebbe arrivato a sconvolgere la scena musicale. Per comprendere la portata di questa rivoluzione è necessario fare  un passo indietro nella storia. Qualche anno prima, un produttore discografico sui generis, tremendamente ambizioso e scaltro il giusto,  prese le redini del mercato discografico giovanile dopo il declino del periodo rock and roll. Stiamo parlando di Phil Spector.

Phil Spector 
Nel 1963, Phil Spector appena ventitreenne, era già considerato un genio della scena musicale. In pochi anni aveva prodotto una serie di hit leggendarie e fondato una propria etichetta discografica, la Philles Records, diventandone capo all’età di 21 anni. Il più giovane capo nella storia delle etichette discografiche fino a quel momento. Fu il primo produttore indipendente (assieme al contemporaneo Joe Meek in UK) capace di discostarsi dal rigido sistema del music business di allora in cui il produttore doveva sottostare alle regole delle major labels e alla catena separatista  compositori-produttori-artisti-businessmen.  
 Questa sua indipendenza, gli permetteva di supervisionare l’intero processo creativo di una canzone, dalla composizione fino alla pubblicazione. Ciò gli permise di diventare il primo auteur dell’industria musicale, il primo produttore a concepirsi come artista, sviluppando un sound fuori dagli schemi e influente come non mai. Ma di questo sound parleremo più avanti.
Spector era concentrato nella produzione di singoli e considerava gli album come “due canzoni buone e 10 spazzatura”. L’album era ancora un format relativamente nuovo nel pop e il suo potenziale non era ancora pienamente sfruttato.
Tuttavia, per il Natale del 1963, pianificò il suo progetto più ambizioso, un album natalizio come non se ne erano mai realizzati prima. Un album in cui ogni  canzone avrebbe ricevuto lo stesso trattamento da potenziale singolo di successo.  Per realizzarlo, chiamò all’arrembaggio tutto il personale e gli artisti della Philles Records.
Continua…