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Strega Giovani: il nuovo respiro del Premio

di Cristina di Corcia

“Il vincitore della prima edizione del Premio Strega Giovani, con 93 voti su 353 espressi, è
Giuseppe Catozzella, autore di Non dirmi che hai paura”.
Con queste parole, il 9 giugno 2014, viene annunciato il primo vincitore del Premio Strega
Giovani. La storia di questa sezione del Premio inizia dieci anni fa con l’obiettivo non solo di
avvicinare il pubblico dei nuovi lettori alla narrativa contemporanea e al più importante
premio letterario d’Italia, ma di renderlo protagonista.
Si tratta di una novità che, con questo proposito, si inserisce nell’ambito del più longevo
Premio Strega per infondergli nuova linfa, perpetuando e innovando il suo spirito e la volontà
di Maria Bellonci di avere una giuria vasta e democratica e ora anche giovane.
Sono oltre 1000 gli studenti tra i 16 e i 18 anni, provenienti da oltre 190 scuole secondarie
superiori italiane ed estere, a comporre questa moderna giuria di amici della domenica, che,
ogni anno, assegna il Premio tra i 12 libri candidati. I ragazzi leggono, votano e… scrivono!
Insieme al Premio Strega Giovani, infatti, grazie al contributo della Camera di commercio di
Roma e la collaborazione di BPER Banca, si svolge dal 2018 anche il Premio Strega
Giovani per la migliore recensione (inizialmente Teen! Un premio alla scrittura), che
premia la miglior recensione di uno dei titoli concorrenti scritta proprio dai giovani giurati e,
dallo scorso anno, il Premio Leggiamoci, istituito per premiare il miglior racconto inedito
scritto da ragazzi tra i 13 e i 19 anni. Insomma il Premio Strega in questo modo si apre agli
adolescenti in quanto lettori e aspiranti scrittori, dando spazio alla generazione che secondo
i numeri e le statistiche non solo non legge, ma si dimostrerebbe disinteressata nei confronti
del panorama letterario e culturale in generale.
Eppure, analizzando i nove titoli vincitori della sezione Giovani del Premio Strega, questo
abusato cliché di gioventù bruciata e annoiata sembrerebbe frutto di una visione miope e
generalista che, corretta con le giuste lenti, mette a fuoco una sensibilità inaspettata.
Nel 2014, appunto, Giuseppe Catozzella vince la primissima edizione con Non dirmi che
hai paura, un romanzo incredibilmente forte e terribilmente attuale che ha trasformato la
cronaca in una fiaba cruda, conferendo dignità di storia ai fatti di Samìa, la protagonista, per
poi affidarla al pubblico dei lettori.
Secondo i giovani giurati il libro ha meritato la vittoria perché “È un libro che non solo
dovrebbe esser letto, ma che dovrebbe entrare nel patrimonio di tutti, specialmente di quelle
persone che purtroppo considerano l’immigrazione un problema da affrontare con il ferro e
con il fuoco, senza pensare alla terribile sofferenza patita da persone che in Europa cercano
solo un’opportunità migliore.”, come affermato da una giovane giurata.
Non dirmi che hai paura è stato nel tempo ben accolto dal pubblico adulto, acclamato dalla
critica nazionale e internazionale, diventando un long seller di recente inserito persino da
Feltrinelli tra i 100 classici di nuova generazione, semmai volessimo ritrovare in questo
successo tra “big” una riprova necessaria a dar credito al gusto dei ragazzi.
Altrettanto “ impegnati” sono i titoli che trionfano nelle edizioni successive: da Chi manda le
onde di Fabio Genovesi nel 2015, passando per Questa sera è già domani di Lia Levi nel
2018, Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli nel 2020 (la cui risonanza è stata
ulteriormente amplificata dall’enorme successo della omonima serie Netflix, che ha spinto
chi ancora non aveva letto il romanzo a leggerlo); Il pane perduto di Edith Bruck nel 2021,
che affrontano la malattia fisica e la malattia psichiatrica in tutte le loro sfaccettature, le leggi
razziali e l’olocausto; fino ad arrivare a Niente di Vero di Veronica Raimo che racconta un
lessico familiare moderno tra una risata, certamente, ed un calcio in petto in un batter
d’occhio e capoverso. Romanzi che sono testimonianze e moniti al contempo di temi
delicati: non sarà questa la cartina tornasole del sentire di una gioventù (magari una, non
tutta) molto più attenta di quanto vogliano i cliché?
I 12 candidati di questa edizione del Premio “s’inscrivono nel segno del trauma – privato,
personale, a volte segreto e indicibile, ma anche pubblico, storico e collettivo. I leitmotiv
principali sono la morte, la perdita (di una persona, del proprio paese), la malattia e
l’elaborazione del lutto” come ha affermato Melania Mazzucco durante la cerimonia di
annuncio della dozzina. “L’ospedale è lo spazio narrativo ricorrente. Corpo dell’individuo e
paesaggio della nazione sono ugualmente minacciati e aggrediti dalla rovina. L’altro tema
ricorrente è infatti l’epicedio per il paesaggio italiano e per la cultura rurale e l’Italia ritratta in
questi libri è un paese ferito ed ammalato. Ma il segno positivo è la fiducia nella letteratura:
mai come in questi tempi incerti, traumatizzati e oscuri la scrittura si propone come medicina
e cura.”. Chi sarà premiato tra loro in questa X edizione del Premio Strega Giovani? Lo
sapremo tra una manciata di giorni.