In Schede

Attraversare lo specchio – Rec. a “Scrivere il perturbante”

di Umberto Mentana

Ho sempre provato una irrefrenabile attrazione per il “weird” ovvero  l’inquietante,  quella sensazione che provoca straniamento e viene chiamata Perturbante.  Non è un caso, infatti, che io abbia dedicato un libro a R.L. Stine e che le mie prime letture siano state essenzialmente le storie pubblicate nella serie Piccoli Brividi.

 Il libro di Giorgia Tribuiani pubblicato qualche mese fa per Dino Audino Editore,  Scrivere il perturbante ( primo volume di una “trilogia del mistero”) è un saggio che illustra tutte quelle procedure che sollecitano interessi in voga e che richiamano la mia stessa attenzione: teorie e tecniche psicologiche, un fenomeno sempre più diffuso”

Dopo una prima parte prettamente teorica, in cui è ben indicizzata vasta produzione dedicata al tema del perturbante e all’interno della quale spiccano i nomi di H.P. Lovecraft, Stephen King, Edgar Allan Poe, E.T.A. Hoffman, Todorov, Freud, considerati “numi tutelari”, Tribuiani sottopone alla nostra attenzione studi più o meno recenti come quello di Davide Borghetti (Il perturbante. Paura e inquietudine nel quotidiano, 2018 ndr), Mark Fisher o Francesco Corigliano (La letteratura weird – Narrare l’impensabile, 2020 ndr). Questa è una sezione a mio parere riuscitissima, proprio perché Tribuiani, opera una summa efficace delle molteplici fonti e la veicola attraverso un discorso fluido e “in progressione”, partendo  dal concetto delle “Tre paure” proposto da Stephen King nel suo Danse Macabre, arriva alla descrizione dello spaesamento cosmico-architettonico del monolite di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

La forza di questo libro è dunque, e soprattutto, questo: aver sviluppato gli elementi manualistici, di cui è impregnata l’intera seconda parte del libro, attraverso una componente raffigurabile, tangibile, visiva. Numerosi sono gli esempi di interi brani della letteratura in esame ma, per lo più, le riproposizioni sono regole di un gioco intrapreso ( impostato) con il lettore e che va al di là della sola pagina. L’autrice ci propone queste “perturbazioni” mostrandoci come, effettivamente, si può provare e trasmettere la paura, per esempio come ritrovare una routine scombinata quando il conoscibile diviene non conoscibile, oppure un luogo domestico che materialmente non rispetta le dovute proporzioni che ci aspetteremmo e che sappiamo solitamente ritrovare, elementi anatomici o personalità duplicate, raddoppiate, fino a passare in rassegna una rinnovata “borsa degli attrezzi” del perturbante: dall’utilizzo esclusivo di un certo tipo di narratore, ai luoghi perturbanti alle tecniche narrative d’adozione per eccellenza, dalle tipologie di conflitti, agli strumenti per infondere tensione al particolareggiato uso del dialogo, ai simbolismi e alle ripetizioni tematiche presentate come immagini ricorrenti.
Tutto questo alternando naturalmente maestri dello storytelling destabilizzante come Stephen King, Roman Polanski, William Peter Blatty, Shirley Jackson, Stanley Kubrick, Ray Bradbury, David Lynch a nomi più recenti come Thomas Ligotti, Joe Lansdale, non disdegnando naturalmente anche Italo Calvino o Dino Buzzati che ben riescono a sposarsi in questo luogo comunicativo che risulta essere il libro di Giorgia Tribuiani pieno di stimoli, avvertenze e inquietudini. 

Nella fase conclusiva, il libro ci pone la domanda “Di cosa hai paura?”, un quesito che ritroviamo anche nelle prime pagine del volume e al quale Tribuiani, non  fornisce  risposte specifiche ma, da romanziera navigata e soprattutto da insegnante utilizza per portare lontano il lettore, oltre quei limiti conosciuti. Ci restituisce  una dimensione in cui non ci sentiamo più sicuri, circondati da geometrie non convenzionali e da ritornanti che non temono di arrestare la loro corsa e così, mentre noi siamo intenti a leggere, qualcuno si nasconde sotto al nostro letto,  qualcuno che ha il nostro stesso viso ma che presenta ugualmente qualcosa di diverso.

Scrivere il perturbante di Giorgia Tribuiani è dedicato a Giulio Mozzi con cui la scrittrice dirige la Bottega di narrazione, scuola di scrittura creativa per la quale ha ideato e conduce annualmente il “Laboratorio del mistero” dedicato alla narrativa perturbante e fantastica.

Giorgia Tribuiani

Scrivere il perturbante. Modelli, tecniche, strategie

Roma, Audino, 2023, € 18,52